lunedì 23 maggio 2016

Giovanni Boccaccio - "Il folgor de' begli occhi"

Giovanni Boccaccio (1313-1375) considerato come il maggior narratore europeo del suo tempo, amalgamò tendenze e generi letterari diversi facendoli confluire in opere originali, grazie a un'attività creativa esercitata all'insegna dello sperimentalismo. La sua opera più celebre è il Decameron. Giovanni Boccaccio insieme a Dante Alighieri e Francesco Petrarca fa parte delle cosiddette «Tre corone» della letteratura italiana. È inoltre ricordato per essere uno dei precursori dell'Umanesimo, del quale contribuì a gettare le basi presso la città di Firenze, in concomitanza con l'attività del suo contemporaneo amico e maestro Petrarca. Fu anche colui che diede inizio alla critica e filologia dantesca: Boccaccio si dedicò a ricopiare codici della Divina Commedia e fu anche un promotore dell'opera e della figura di Dante: a Boccaccio si deve infatti l'epiteto Divina, con cui è divenuta nota la Commedia.


Il folgor de' begli occhi, el qual m'avampa
il corqualor io gli riguardo fiso,
m'è tanto nella mente, ov'io l'ho miso
spesso, segnato con eterna stampa,

ch'invan, caro signore, ogn'altra vampa
ver me saetti del tuo paradiso:
questo m'allegra, questo m'ha conquiso,
questo m'uccide, questo ancor mi scampa.

Dunque, ti prego, al tuo arco perdona,
e bastiti per una avermi preso,
ch'assai è gran legame questo e forte;

e mentre 'l tuo valor la sua persona
farà più bella, sì com'è testeso,
mai non mi scioglierà se non la morte.
La caccia di Diana e rime, sezione Rime

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